Il Lago della Ninfa

Il lago della Ninfa è un suggestivo ed incantevole laghetto posto ad una quota di 1.503 metri, alle pendici nord-orientali del Monte Cimone. Circondato da faggete e boschi di conifere è un ottimo punto di partenza per svariate passeggiate ed escursioni nei dintorni. E' possibile praticare la pesca sportiva. Nella stagione invernale è centro attrezzato per la pratica dello sci da fondo e da discesa.

LA LEGGENDA DEL LAGO DELLA NINFAP


Parte della sua fama deriva anche da un’antica leggenda, da cui prende il nome, che narra di un giovane cacciatore che un giorno giunse alle rive del Lago della Ninfa. Stanco, si sedette per rinfrescarsi il volto con l’acqua, quand’ecco un’apparizione incredibile affascinò la sua vista. Sull’altra riva del lago era apparsa una fanciulla incredibilmente bella, che guardò il cacciatore fissandolo con i suoi occhi stranamente verdi. Il ragazzo ne rimase sconcertato e l’amore divampò in lui immediatamente. La giovane guardò ancora il cacciatore, rise e si allontanò, scomparendo rapidamente. Allora egli la rincorse affannosamente, in un vano inseguimento. Ai carbonai che incontrava chiedeva notizie. “E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica”. “Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”. Così dicevano i carbonai, ma il giovane non credette loro. Ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che ancora la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda. Così accadde per vari giorni; ma una volta il giovane, non sopportando più quel gioco crudele, le urlò il suo amore. Essa allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo. Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando questo si dissolse ed il promesso bacio della fanciulla ebbe il sapore delle gelide acque del lago. La morte del giovane riportò il silenzio sugli alti prati dominati da aspre montagne. I carbonai commentarono variamente l’accaduto. Alcuni dissero che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia. Altri invece affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato nello stesso abbraccio di morte: si tuffò, anch’essa nelle acque ghiacciate e morì. Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago, fluttuare due nuvolette vicine. Certamente la leggenda non fa che aumentare il fascino e la suggestione di questi luoghi e del lago stesso che, a prescindere dalla storia appena narrata, riesce comunque a donare momenti emozionanti e autentici a contatto con la natura di queste montagne in buona parte selvagge e misteriose.